Sono un soldato tornato dalla guerra. Ho combattuto durante il primo conflitto mondiale e sono stato mutilato a causa di bombardamenti. Tornato in patria, sono stato accolto dall’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra (ANMIG), istituita nel 1917 proprio per dare sostegno a noi soldati mutilati. Dopo qualche anno, è nata la Casa del Mutilato: un luogo accogliente che ospitava e curava noi soldati mutilati, attenta ai nostri problemi e alle nostre esigenze; la nostra vita è cambiata molto dopo esserci ritrovati invalidi, avevamo davvero bisogno di sostegno per riprendere la nostra vita. È stato bello trovare persone gentili che hanno costruito una vera e propria casa per chi, come me, aveva perso un arto durante la dolorosa e sanguinosa guerra: è stato davvero un luogo in cui ritrovare la quotidianità e la pace.
Ora proverò a raccontare la sua storia e a descrivere la sua struttura, per far conoscere a tutti voi questo posto tanto caro a noi soldati mutilati rientrati dalla guerra. La Casa del Mutilato si trova a Bari ed è stata progettata dall’architetto barese Pietro Favia che l’ha immaginata come la prua di una nave: infatti, è rivolta proprio verso il mare; in questo modo si volevano ricordare i soldati che lasciavano la propria città salpando su una nave da guerra per andare a combattere. È stata inaugurata il 21 aprile 1940: erano presenti il presidente dell’associazione ANMIG (Associazione Mutilati e Invalidi di guerra), un rappresentante del Governo italiano e ben 5000 mutilati delle province della Puglia e della Basilicata, insieme ai reparti militari italiani.
Una particolarità della Casa è che il suo pavimento è stato realizzato con il marmo di Nabresina, una località che si trova nelle vicinanze del fiume Carso; ricorda, quindi, il terreno dove noi soldati abbiamo combattuto. Quanti ricordi, ahimè, dolorosi e impossibili da dimenticare! All’interno è presente un ambulacro, cioè un corridoio circolare con le pareti in marmo rosso che fa accedere al Sacrario, il luogo “sacro” della Casa; qui i soldati, tornati dal fronte, potevano pregare: ha la stessa forma e funzione degli edifici sacri antichi chiamati “sacellum”. Sul soffitto del Sacrario è possibile ammirare le Vittorie Alate, sculture che simboleggiano la vittoria in battaglia: nella mano destra hanno una spada e nella sinistra uno scudo, sul quale è inciso il nome di una principale vittoria della Grande Guerra. Le pareti del sacrario sono ricoperte da lamiere d’acciaio tenute insieme da dei rivetti e vogliono simboleggiare la carena di una nave da guerra. Sulle lamiere è stata posta, tutt’intorno, una fascia di spine in ferro battuto che rappresentano il filo spinato delle trincee: quanta paura, quante lacrime, quanta speranza di poter sopravvivere e ritornare a casa dalle nostre famiglie… quante preghiere abbiamo rivolto a Dio mentre eravamo lì, in trincea, guardando la morte in faccia ogni giorno e vedendo morire i nostri compagni. Il filo spinato rappresenta anche la corona di spine di Gesù e il suo sacrificio: anche noi ci siamo sacrificati in battaglia per il nostro Paese, proprio come Lui ha fatto per tutta l’umanità. All’interno del sacellum è presente anche l’elmetto di uno dei tanti soldati che hanno combattuto durante la Prima Guerra Mondiale, ed un’urna in vetro che contiene della terra e i resti di un Caduto ignoto del Carso. Negli anni ’60 è stata donata alla Casa del Mutilato una statua che mi rappresenta: ci sono io, un invalido di guerra in abiti civili; che onore per me poter rappresentare il sacrificio dei soldati mutilati ed essere il simbolo dell’invalidità di guerra che resta negli anni per far sì che tutti possano conoscere la nostra storia. Infine, come posso non parlare della nostra bandiera? Il nostro tricolore, simbolo dei valori del nostro Paese: il suo verde simboleggia la speranza di un’Italia libera ed unita, ed è anche il colore del paesaggio tipico italiano; il bianco rappresenta la fede cattolica degli italiani e simboleggia i grandi ghiacciai delle nostre Alpi; il rosso simboleggia il sangue, la sofferenza di tutte le persone che hanno inseguito il sogno della libertà e che hanno combattuto per l’unità d’Italia.