Oggi Ceglie del Campo è uno dei quartieri della città di Bari. Ma, forse, non tutti sapete che ha origine antichissime. Andiamo a scoprire insieme la sua storia!
Il nostro itinerario alla scoperta di Kaiʎía inizia con la Chiesa Matrice, che si trova nella piazza di Santa Maria del Campo. Si dice che nel 1799 ci sia stato un evento miracoloso: un generale a cavallo, mandato da Napoleone per assediare il territorio di Ceglie, entrò in chiesa e quando il suo cavallo guardò il quadro della Madonna, si accasciò al suolo e morì. Il generale si spaventò e fermo l’assedio.
Lo sappiamo… sicuramente vi sarete chiesti: “Cos’è questa Kaiʎía?”. Kaiʎía è il nome greco di Ceglie e significa “grotta”. Questo centro è stato fondato intorno all’anno 1000 a.C. proprio dai Greci; i suoi abitanti erano chiamati kaiʌinωn, che significa “popolo delle grotte”. La parola greca deriva dall’uso delle cavità naturali presenti nel territorio. Nel periodo romano, Ceglie prese il nome di Caelia: era un centro ricco e autonomo, e fu un nodo importante tra la costa adriatica e ionica, da Nord (Bari) a Sud (Taranto).
Dopo aver visto la piazza, proseguiamo il nostro tour e percorriamo un vicolo, in prossimità di Vico Leopardi, che ci porterà nel centro storico. Sulle porte delle abitazioni vicine al castello si possono notare alcuni tipi di maschere: apotropaiche (dal volto umano) e zoomorfe (rappresentano degli animali). Questi oggetti ci fanno capire che Ceglie era molto importante: le maschere erano, infatti, una testimonianza del legame con la Grecia e con le sue tradizioni. La maschera del toro/minotauro, ad esempio, era associata a Zeus, padre di tutti gli dèi.
Proseguendo nel vicolo, sempre come decorazione sui muri esterni delle abitazioni, possiamo vedere scolpito il volto di una donna: rappresenta Menade, una danzatrice seguace del dio Dioniso, il dio greco del vino. Da settembre a ottobre i Greci festeggiavano la vendemmia nelle campagne venerando Dioniso; il dio del vino era chiamato, invece, Bacco dai Romani: per questo motivo le feste vennero poi chiamate baccanali.
Nel vicolo si trova anche l’abitazione di Vincenzo Roppo, lo storico più importante di Ceglie: all’esterno, in alto e incastrato nella pietra, si può notare un vaso. Esso viene chiamato “vaso a campana” perché se lo capovolgiamo sembra proprio una campana! A prima vista, però, può far paura perché dà l’impressione che ci possa cadere addosso.
Eccoci arrivati al castello che si trova in piazza… Castello! Non è molto grande, non ha un fossato e nemmeno un ponte levatoio: il castello di Ceglie, infatti, è un esempio di “castellum”, di palazzo ducale-marchesale; le abitazioni intorno al castello lo proteggevano come se fossero delle mura. È proprio in questo castello che, a partire dal Medioevo, hanno abitato le sei famiglie nobili che nel corso degli anni hanno governato l’antica Ceglie e hanno modificato tante volte l’aspetto del castello. Queste famiglie sono:
Arcamone: dal 1326 al 1500;
Lopez de Noghera: dal 1500 al 1580, famiglia di origine spagnola e veneziana;
De Angelis: dal 1600 al 1700, è stata la famiglia più importante;
Pappacoda: dal 1700 al 1770;
Filomarino: dal 1770 al 1880;
Cito-Filomarino: dal 1880 al 1900.
Del castello fa parte la torre normanna: è alta 35 metri, ha una base rettangolare e ben quattro finestre di controllo. Regna nel lato ovest del castello ed è vicina al giardino pensile. Alla sua base si trova la mezza torre tonda.
Proprio accanto alla torre normanna troviamo il giardino pensile che è un giardino realizzato non a terra, ma su terrazzi o balconi. Questo, in particolare, è protetto da un muro con tre grandi archi: originariamente era un bastione, ma fu trasformato in giardino pensile nei primi anni del 1500 per volere della regina Isabella d’Aragona ed ora è considerato il terzo in Europa per la sua grandezza e la sua epoca storica. Si può notare anche una scarpata che serviva per controllare meglio i nemici che si avvicinavano alle mura.
Le mura di Ceglie risalgono al V secolo a.C. e avevano una lunghezza di ben 5 km: erano le più lunghe di quel periodo, e questo ci fa capire quanto l’antica Ceglie in passato fosse importante. Una parte di queste mura è stata utilizzata per realizzare il Lungomare di Bari ed opere private, mentre un’altra parte è andata perduta. Al loro interno sono state scoperte delle necropoli del VII-VI secolo a.C.: nelle tombe sono stati ritrovati corredi funebri (armi, gioielli e ceramiche), ora conservati nei più importanti musei del mondo, che testimoniano che Kailìa era un grande e importante centro durante l’età greca.
Siamo giunti alla fine del nostro itinerario: il tour alla scoperta di Kailìa, delle sue origini e della sua storia termina qui. Siamo stati lieti di accompagnarvi in questo percorso alla riscoperta di un sito culturale del nostro territorio, alla portata di tutti, e che merita di essere conosciuto e valorizzato. Grazie per l’attenzione!